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Narco News Issue #40

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“BASTA”: Lettera di uno spagnolo obbligato ad uscire dal Caracol Roberto Barrios a causa dell'Allerta Rossa zapatista

“Per favore uscite dai vostri Paesi e venite a vedere con i vostri occhi ciò che stiamo alimentando con il nostro modo di vivere.“


di Santi Trias Molist
Chiapas

7 maggio 2006

Stimati compagni.

Lettera di addio. Cioè, è il mio cuore che oggi parlerà e a voce più alta del normale. La musica suona come non mai, per rompere il silenzio di questo centro politico-sociale che è il Caracol V “Roberto Barrios”.

Sono le quattro e un quarto del pomeriggio, ora di dio, quella del diavolo è un’ora più tardi. Sì, quella dello stesso diavolo che alcuni giorni fa ordinò il massacro di San Salvador Atenco. Ma non parlerò oggi di questo, perché i compagn@ dei media liberi già lo stanno facendo e molto bene. Per questo li ringrazio, da qui, terra Ribelle del sud-est Messicano.

Restano poche ore per abbandonare quella che è la mia casetta temporanea, il mio posto di lavoro, e… sento una certa malinconia. Oggi non si sente nessuna chitarra; nel campo di basket non si sente la palla rimbalzare; nessun bambino, qui, a dirmi scemenze; nessun laboratorio di formazione, gli uccelli sono tristi. È tutto il giorno che non si sentono.

Che cosa sta accadendo? Qualcuno può spiegarmi chi ha ordinato simile atrocità, a causa della quale adesso tutt@ dovremmo proteggerci? Che male stanno facendo dei contadini che organizzano i loro lavori sociali? Che male stanno facendo uomini e donne a vendere i loro prodotti per strada? BASTA con tanta oppressione nei confronti del popolo. Chi si credono di essere? Che diritto hanno una dozzina di energumeni di voler imporre le loro leggi ad un paese intero? Ma, voi, non avete né padri, né madri, né figli, né niente?

Questa gente non ruba, non estorce. Sono persone umili che si alzano ogni giorno, come uccelli alla ricerca del loro cibo. Questo è un delitto? Si alzano per tre tortillas ed un piatto di fagioli, mentre altri mangiano filetti. Mi vergogno di essere nato. Per meglio dire, di essere umano, perché se l’umanità è questa, meglio che finisca. Preferisco essere come i miei unici vicini di adesso, una cucciolata di cagnolini che rimarranno qui, soli con la loro mamma.

Domani me ne vado, benché mi pesi. È ciò che devo fare . In questo momento non c’è più niente da fare qui per me. Suppongo che rimarrò alcuni giorni in attesa vicino alla casetta che mi è stata messa a disposizione per lavorare e riposare. E poi me andrò in qualche altro paese, per conoscerlo e, sono sicuro, incrementare la mia ira verso il diavolo.

Grazie a tutt@ i compagn@ europei che si stanno adoperando, contino su di me per quando torno, poiché, da qui, come internazionale sarebbe un’autentica idiozia mettermi nei “guai”. Rischierei di rovinare più di un anno di lavoro, e, anche, di mettere in pericolo il lavoro e la circolazione di altri compagni internazionali.

Il mio cuore, ogni giorno di più, mi dice che il mio posto inizia ad essere nuovamente in Europa, nel cuore della bestia. So che il mio futuro può essere in carcere se non riesco a contenere questa ira che ogni giorno di più invade il mio cuore. Non avrò altra possibilità che incominciare con il piano B.

Come vi ho già detto, uscite dai vostri paesi e venite a vedere con i vostri occhi ciò che stiamo alimentando con il nostro modo di vivere. Ci sono milioni di persone che stanno soffendo in questo mondo. Per favore, facciamo qualcosa!

Che ognuno metta il suo granello di sabbia. Non è molto, si sà. Ma facciamo qualcosa. Non serve a niente dispiacersi stando seduti sul divano. Non è sufficiente, ogni giorno, quando si vede un bambino denutrito in televisione, dire: ahi poverino! E poi non fare niente per evitarlo.

Mi piacerebbe che queste parole corressero per il mondo intero. Poco a poco. Non importa, così siamo noi caracoles: camminiamo lentamente. Ma camminiamo.

Propongo uno SCIOPERO GENERALE, a livello europeo, con lo slogan “VOGLIAMO SMETTERE DI ESSERE PARTECIPI DELLA OPPRESSIONE MONDIALE”. Tutt@ siamo partecipi, chi più, chi meno, di quello che sta succedendo. Vi sembrerà un’autentica scemenza, ma possiamo mettere quel granello di sabbia e non ci costa niente. Per farlo dobbiamo solo smettere di pensare alle nostre ipoteche, automobili e a tutti i valori materiali per i quali viviamo.

Questo è un appello a tutt@ i collettivi ed organizzazioni europee per incominciare ad agire, a breve, agli inizi del prossimo anno, quando anch’io sarò nuovamente in Europa. Non mi importa che mi arrestino. Che mi ammazzino se è necessario, ma preferisco morire o stare in carcere che non fare niente.

Questa lettera la riceveranno persone che capiscono ciò che stò dicendo e persone che non capiranno. È uguale. Il mio obiettivo è che ogni giorno si capisca sempre di più quello che sta accadendo nel mondo.

Mi piacerebbe che mi rispondessero e si unissero alla proposta collettivi ed organizzazioni, singole persone disposte ad organizzare e informare nei differenti paesi d’Europa. Insieme ce la faremo. Dimostreremo a questo fottuto impero del denaro che noi del popolo esistiamo e che non vogliamo essere più partecipi di tante atrocità.

La Proposta è: SCIOPERO GENERALE a livello europeo. La data, la propongo per l’anno 2007. Non importa il tempo che ci vorrà, l’importante è farcela. Per favore fate anche voi proposte per il giorno ed il mese.

Uniamoci tutt@, perché tutti siamo partecipi. Dimostreremo che il popolo esiste e che non si arrende né si vende.

Vi amo tutt@. Qui, da un Caracol vuoto, dove oggi è tutto differente, vi mando un forte abbraccio.

Santi.

P.S. I: A partire da oggi nasce quello che domani sarà differente.

P.S. II: Mandate questa lettera dove e a chi volete. Che arrivi alle persone che la capiscono e a quelle che non la capiscono. Ma fatelo, per favore. Traducetela nelle lingue che conoscete. Non vi arrendete; non è tanto lavoro.

Grazie mille, e spero non vi sembri una scemenza.

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