<i>"The Name of Our Country is América" - Simon Bolivar</i> The Narco News Bulletin<br><small>Reporting on the War on Drugs and Democracy from Latin America
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Narco News Issue #40

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Intervista al Subcomandante Marcos II: La classe politica di governo sta attuando la distruzione

Il Delegato Zero insiste che è possibile cambiare forma di governo attraverso la mobilitazione civile e pacifica. Annuncia che nascerà “un movimento culturale, politico, scientifico ed umanista senza precedenti”


di Hermann Bellinghausen
La Jornada

10 maggio 2006

La violenza a San Salvador Atenco ed in altre parti del paese, come San Blas Atempa, Oaxaca, è stata creata dal sistema politico ed è lontano dal significare una vittoria del governo, nonostante la repressione, la prigione e la morte dei contestatori. Quello che hanno ottenuto i governi, afferma il subcomandante Marcos, è la destabilizzazione nazionale in periodo elettorale.

Se le cose vanno avanti così, il governo provocherà solo “l’aumento della tensione sociale e della mobilitazione e che a luglio si debbano svolgere le elezioni in una situazione di disordine sociale, con l’Esercito e la polizia per strada. Che immagine di democrazia daranno al resto del mondo con le elezioni vigilate, chi andrà a votare con l’Esercito di guardia ai seggi e proteste in tutto il paese ed in molte parti del mondo?”.

Insiste che la scommessa dell’Altra Campagna è unire le lotte e le resistenze per abbattere il governo per via pacifica, come è successo in altre parti del mondo. Nell’intervista con La Jornada, il Delegato Zeroassicura che il futuro dell’ Altra Campagna è ed “è sempre stato vincere”.

Marcos va dicendo: “Abbattiamo il governo per vie civili e pacifiche; i ricchi saranno cacciati ed i politici andranno in prigione”. Di che cosa sta parlando? – Con mobilitazioni civili e pacifiche. Il fatto è siamo, o meglio voi siete, intrappolati nel ‘come, se non con la violenza’; l’immagine classica è un esercito armato o un’insurrezione che occupa il Palazzo di Inverno, e allora va bene. Ma L’Altra Campagna dice no, adesso tutti insieme vedremo qual’è la nostra forza e quello che possiamo fare, sempre insistendo per la via civile e pacifica vengono fuori sempre idee molto buone, proposte e tutto dal basso; non si tratta di un’insurrezione né di un comando centrale. In molti posti dove è stata proposta la lotta armata l’EZLN è stato quello che ha detto di no, perché questa è un’opzione escludente, la fanno solo quelli che possono e sono preparati, mentre la maggioranza rimane fuori o in mezzo, neanche fuori. Bisogna costruire qualcosa che sia includente. – Un cambiamento che non faccia soffrire la gente? Perché quelli che stanno in alto hanno le armi, e non si arrendono. – Sì, ma la gente possiede molte risorse, non si tratta di confrontare un esercito contro un altro.

“Se entri nella logica di quanti armi si hanno, arrivi alla conclusione di dire ‘noi necessitiamo di più’.

– Alcuni non le hanno o non le useranno, ma quelli che le hanno sono pronti ad usarle…

-... E quello che non le ha è fregato. Per questi deve essere un’opzione che non sia militare, che non escluda, che tutti abbiano il loro spazio e la forma di lotta. Un popolo così, organizzato, può essere vinto solo con una bomba atomica. Non c’è esercito né polizia che voglia o possa distruggerlo. La questione è che il governo deve cambiare, e se la strada per farlo non passa in alto, deve cadere come sono caduti in molti posti molti governi: con le mobilitazioni.

– È possibile, per la via pacifica, che si rompa il potere esistente? – La classe politica attuale sì. Il suo fondamento di stato è già rotto. – Allora le elezioni ed il prossimo governo, che cosa significano? – È un cambiamento di amministratori, quando là in alto negli Stati Uniti dicono “non importa chi governerà, la destra o la sinistra, ci accorderemo perché la linea economica non venga alterata nei suoi principi fondamentali”.

“L’amministratore può essere chiunque, l’impresa è la stessa: Messico, SA. Che cosa importa se sarà Madrazo (anche se ci sarebbero reticenze su Madrazo, perché quello continuerebbe a rubare). Rispetto a Calderón si può dire che acutizzerebbe la ribellione sociale; se Calderón arrivasse al potere tornerebbero in azione le forze armate. Quando reprimi un popolo o gli metti paura, il popolo cerca da un’altra parte ed è quando le organizzazioni politico-militari dicono, questo è affare mio”.

– Che cosa succede se vince López Obrador? – Se non c’è un’altra opzione, ricostruirà lo Stato nazionale con una nuova amministrazione della crisi. – Per questo molti vogliono che sia López Obrador. In ogni caso lo pensano, e L’Altra Campagna ritiene che non sia questa la strada. – Non è possibile, è una favola. Non è possibile quello che propongono Madrazo, Calderone, né López Obrador che ha più ascendenza perché non è né uno né l’altro.

“Ha prestigio tra la gente in basso l’autorità morale dell’onestà che ha distrutto con la squadra che ha formato e che tutti hanno sostenuto per non ‘fare il gioco della destra’.

“Ma nessuno è proponibile. La distruzione è tale che sono necessarie misure politiche radicali. E’ necessario un programma di sinistra. Dall’alto non uscirà perché nessuno lo sta proponendo. Si dovrebbe costruire dal basso un programma nazionale di lotta”.

– È praticabile la proposta “cacceremo i ricchi dal paese?” – Certo, è già successo. Dove sono andati via le cose vanno avanti, e meglio. Dal territorio zapatista se ne sono andati i finqueros e dicevano che le terre sarebbero diventate improduttive. Ora stanno producendo di quando le avevano loro e le usavano solo per il bestiame. E’ migliorata la nostra alimentazione, è migliorato il prezzo del caffè, abbiamo costruito catene di commercializzazione senza coyotes ed è migliorata la produzione. Alla Euzkadi migliorò la produzione quando occuparono la fabbrica.

“Nei posti dove gli abitanti hanno creato una propria organizzazione, il livello di criminalità è il più basso del paese, più basso perfino dei quartieri residenziali dove hanno la vigilanza privata, perché la vigilanza privata dà il pizzo ai sequestratori. In tutti i posti dove la gente è organizzata, le cose vanno meglio”.

– Ma le strutture economiche ed il potere economico sono molto grandi. Ad Atenco la violenza è stata talmente schiacciante che la polizia ha vinto la battaglia, una battaglia impari. Se questo si riproduce su scala nazionale, non si sta gettando la gente nella sofferenza, nella repressione, nella punizione? – No, la repressione e la punizione ci sono, quello che non c’è è un’alternativa. Chi ha fatto sì che Texcoco si vedesse? Il passaggio dell’Altra Campagna; ma c’era già. In altre parti si ripetono questi fatti ma non si vedono. Quanta gente viene assassinata e dicono che è un regolamento di conti tra narcotrafficanti. Dappertutto ci sono soprusi, sgomberi che non si vedono se non hanno un’influenza sulle scelte elettorali. – Quello che è successo ad Atempa, Oaxaca… – C’era già quando siamo arrivati. Li avevano già colpiti prima. San Blas Atempa non si conosceva su scala nazionale, si conosce quando passa L’Altra Campagna. Loro stavano lottando per i detenuti catturati mentre erano feriti in ospedale, dopo essere stati attaccati. Poi li hanno attaccati di nuovo, ma erano già lì. Ed Atenco l’avevano già attaccata, i compagni erano già stati arrestati ed ora c’è questa cordata tra PRD, PRI e PAN. Ed in periodo elettorale ottengono quello che non avevano ancora ottenuto: la destabilizzazione nazionale. Non l’ho provocato io né L’Altra Campagna, ma la classe politica, la somma di tre stupidi. – Loro pensano di aver vinto. – Come possono vincere, siamo a due mesi dalle elezioni e ci sono mobilitazioni in tutto il paese ed in altre parti del mondo per un problema che hanno creato loro. E solo loro possono risolverlo, liberare i prigionieri, tutti, altrimenti non si fermerà. Se L’Altra Campagna non serve a niente, è piccolissima ed unisce solo quelli di sinistra e tutto quello che tanto infastidisce i colti, e se Marcos è morto e consunto, allora bisogna disattivare quello che provoca che le due cose proseguano e che crescano le simpatie verso L’Altra Campagna e le antipatie verso i mezzi di comunicazione e la classe politica, e che noi continuiamo nella marginalità, nell’usura, nell’ambito del Marcos poeta e tutte quelle cose che tanto li angosciano, e noi proseguiamo il nostro passaggio anonimo per il resto del paese. Ma non siamo stati noi a creare questo problema, non abbiamo detto noi al PRD di dire al suo presidente di Texcoco di cacciare i fioristi che stavano lì. E’ stato il PRD che ha permesso tutto quello che è success, e tutti gli intellettuali ed attivisti sociali che gli hanno fatto passare tutto per essere caduti nella trappola che il PRD è di sinistra. La legge Televisa l’hanno votata i perredistas alla Camera dei Deputati dietro il pretesto che non l’avevano letta, lo stesso errore commesso con la legge indigena, la legge Monsanto e tutte le altre leggi che hanno approvato, vedono tutto e tacciono e sono complici. – Adesso non sono arrivati al giudizio politico su Marín… – Passa anche questo, dicono ‘oops, ci è passato’. Dunque, credi che la gente si berrà la storia dello stato di diritto e tutto questo, per quanto lo grideranno gli annunciatori radio? Chi sosterrà la legalità che dice Fox, mentre Marta Sahagún sta facendo di tutto per favorire i suoi figli e tutto il resto? O se c’è Marín, per fare un esempio, chi crederà in questo? Nessuno ci crederà. Chiunque dello stato del Messico del basso può dire che è stato male picchiare un poliziotto, ma nessuno dirà ‘poverino’, quelli che stanno in basso no. L’opzione è, o si fanno scoppiare le cose ed ognuno per la sua strada, con la violenza, o ci si organizza affinché ci sia un movimento civile e pacifico. – L’Altra Campagna sta ottenendo questo, obiettivamente? – Sì. Come popoli indios vediamo gli stessi sintomi del 1990. E se avessimo avuto L’Altra Campagna non ci saremmo sollevati in armi. Il signor Iknon sarebbe morto, né il Sub Pedro, né Fredy, né Aldo, né tutti quelli che sono morti, perché non avremmo dovuto farlo; ci avrebbero sentiti da tutte le parti. Da tutte le parti stiamo vedendo questo, questa insistenza di mettersi in gruppo e dire, eccoci qua. Sia come sia. E noi sappiamo quanto sia un brodo di coltura per un’azione arbitraria, se non c’è un’organizzazione politico militare o spontanea che sia più forte. – Che effetto ha un evento in un posto come Zumpango, per esempio, dove L’Altra Campagna è passata? La città ha dato l’impressione di essere indifferente. – È il primo passo. Si suppone che la gente di lì incominci a guardare in altre direzioni, ad acquisire esperienza e fare accordi per parlare con gli altri. L’Altra Campagna non sono gli aderenti, è il lavoro che fanno tutte le organizzazioni civili, compresi gli aderenti, con la gente del basso. Noi andiamo a dirgli qui c’è un’altra proposta, non ti aduleremo perché non stiamo lottando per il potere, ti appoggeremo, come abbiamo fatto con la gente di Nacho del Valle e del Fronte dei Popoli in Difesa della Terra appoggiano i fioristi. Ci va male, ci attaccano, ma non abbiamo deciso noi di sgomberare i fioristi, non abbiamo dato noi l’ordine al presidente municipale di chiedere l’intervento della polizia. Non abbiamo ordinato noi ai mezzi di comunicazione di incitare il governo ad usare la forza repressiva. Quelli di Atenco si sono difesi. La polizia non è stata colpita nei suoi quartieri, ma quando è voluta entrare in Atenco a picchiare, a fare quello che poi hanno fatto con molti poliziotti. Per questo è venuta la polizia, solo che gli è andata male, poi ne hanno mandati di più per fare lo stesso, sgomberarli. – C’è la preoccupazione che i blocchi e le azioni colpiscano la vita dei cittadini. È corretto che L’Altra Campagna inviti a farle, se sono misurate considerate violente? – Non sono violente. Il problema è questo. Il problema non è L’Altra Campagna o le azioni, è la situazione che le provoca: esiste un’azione illegale e legittima, di detenzione ed estorsione verso un gruppo innocente di persone che sono aderenti all’Altra Campagna. Il principio dell’Altra Campagna è sostenersi. Li arrestano, ma invece di discutere se è bene o no che la frutta arrivi tardi al mercato o che le auto siano bloccate e non si arrivi al lavoro, bisogna capire perché si verificano queste situazioni. E che altra forma di lotta può attuare questa gente? Sollevarsi in armi? Non fate blocchi stradali, non chiudete le strade, non fate presidi. Allora, bene, affidatevi ad un’organizzazione politico-militare e sollevatevi in armi, allora sì che vi ascolteranno. – Atenco non è stata una trappola, prevedendo una reazione, per giustificare la repressione? – Non possono giustificare niente, in ogni caso è una trappola per loro.

“Insisto sul fatto che gli analisti, a furia di guardare in alto si dimenticano di vedere in basso. Stanno attribuendo allo Stato un’intelligenza che non ha. Gli è sfuggito di mano. Dicono ‘no, è stato perfettamente pianificato’.

“No, gli è sfuggita tutta la direzione del FPDT, hanno preso Nacho e l’altro, che è quello che stava lì perché era andato ad appoggiarli, ed erano circondati. Se fosse stata un’azione pianificata, avrebbero decapitato il FPDT”.

– Atenco è un invito al voto della paura, come fu la morte di Colosio? – Questa è un’altra invenzione. Siccome tutto si sta decidendo coi sondaggi di comune accordo fra tutti i candidati, li stanno usando per colpirne uno. Quando la spunterà l’altro, Calderón, non durerà molto, perché se c’è qualcosa che manca a questo signore è l’intelligenza – all’altro la paura, cioè López Obrador, e all’altro, Madrazo, la sete di sangue- saranno alla pari ed i media decideranno, perché è loro la direzione. Allora, il voto non ha importanza, a loro non importa se c’è astensionismo o no, ma che quello che verrà fuori sia dominato da loro. Sul voto della paura ho già detto prima, questa giocata sarà così. José Barberán diceva, ‘guardate le elezioni del 1994: le percentuali sono uguali in una zona residenziale ed in un quartiere povero’. Quando noi ci riunimmo con Cárdenas gli dicemmo ‘voi sarete al terzo posto, questa è la giocata’. Quello che sta accadendo è che prima non c’era un’altra campagna e non c’era il disastro dei media che c’è ora, per mettersi dietro alla classe politica. – Non sono più potenti? – La classe politica è potente, ma gode sempre meno di influenza morale sulle persone, mobilita sempre meno. Quello che hanno detto non avrebbe dovuto avere effetti sulla marcia da Chapingo ad Atenco? Dimostrazioni di condanna, ‘andate via, radicali, assassini, togliti il cappuccio’. E’ successo esattamente il contrario. Non stavano già bombardando con queste dichiarazioni da un giorno intero? È che a loro non importa, quello che importa loro è il tal commentatore, o che si riuniscano tutti in una tavola rotonda a Televisa e dicano, ‘come siamo intelligenti, come siamo umani’. Non hanno detto di “non credere nelle coincidenze, tutto è stato pianificato’ ?. Non è la verità, perché hanno montato le immagini e tutta la storia perché coincidesse con la teoria della congiura. Come si disse che lo sciopero del CGH era una congiura contro Cárdenas, come se al PRD ed ai suoi candidati non bastasse la congiura del proprio partito. – Da qualche parte si è detto qualcosa come, in Messico non si crede che succeda qualcosa fino a che non succede. In quale momento siamo? – L’Altra Campagna è realmente l’unico movimento nazionale di sinistra. Cioè nazionale, perché copre il territorio delle 32 entità federative. Di sinistra, non discuto se rivoluzionaria, riformista o quello che sia, o anticapitalista, ed anche se adesso sia concentrata sulla figura di Marcos o dell’EZLN, precisamente questo garantisce che non c’è una forza che egemonizzi o omogeneizzi. Ognuno ha realmente il suo posto e le sue istanze ed è quello che permetterà la realizzazione del programma nazionale di lotta.

“Lasciami dire qualcosa su Atenco, quello che succederà se non lo risolvono. Questi stanno già calcolando di aver fatto una sciocchezza, una enorme stupidata, ma bene, ‘perché non la usiamo per attaccare López Obrador, per farlo scendere definitivamente nei sondaggi e facciamo risalire Calderón, e poi vedremo come far scendere Calderón’. Perché a loro non preoccupa chi decide che tutti siano dominati o addomesticati.

“Ed ora sembra che la cosa migliore sia andare contro Marcos e l’EZLN, e una volta per tutte ‘colpiamo l’EZLN, arrestiamo Marcos’ che è quello che sta dicendo adesso la Cocopa. Madrazo non ha niente a che fare con le sue dichiarazioni, ma qualcuno della Cocopa ha appena detto che ormai è finita la legge per il dialogo. Che sia come nel ‘94. Questo lo dicono il PAN ed il PRI. Non manca molto perché lo dica anche il PRD. Quello che provocheranno sarà l’aumento della tensione sociale e della mobilitazione, si arriverà a luglio e si dovranno realizzare le elezioni in questa situazione di agitazione sociale, con l’Esercito e la polizia per strada. Che immagine di democrazia daranno al resto del mondo con le elezioni vigilate, e chi andrà a votare con l’Esercito di guardia ai seggi?

– E non diranno che è stato Marcos a sabotare il clima di convivenza democratica? – Io sabotare! Non ho mandato io la polizia a reprimere ad Atenco. No, quello che succederà è che si rovescerà tutto. Cioè, il capitale ha bisogno di ordine e tranquillità, non ha bisogno di elezioni. Ed in questa maniera non ci sarà tranquillità, non importa se ci sono o no elezioni. Per il capitale, hanno bisogno di tranquillità. – Governabilità? – È la stessa cosa, governabilità è questo, tranquillità ed ordine, e si è visto che l’ordine non si può imporre in questo modo. L’ordine si impone con la legittimità, non con le botte. E quello che vogliono fare i governi è imporlo con botte e prigione, e reprimere la gente che fa blocchi, manifestazioni o presidi, e buttarli tutti in prigione. Arriverà un momento in cui la popolazione finirà e sarà dentro la prigione, o che riusciranno ad imporre sufficiente paura affinché non ci sia Marcos. Quello che ne segue è la paura. E le opzioni di sette gruppi armati, come scrive oggi il giornale, che dicono di essere in allerta rossa, non l’EZLN che sta nell’Altra Campagna, ma le organizzazioni politico-militari che sono presenti sul territorio? Daranno loro la base sociale che non hanno.

“Se non ci sono possibilità per un’opzione civile e pacifica di mobilitarsi, che è quella dell’Altra Campagna, allora rimane solo l’altra opzione. È il segnale che stanno mandando, e devono correggerlo, perché se credono di poter controllare tutto con polizia, televisione, radio e giornali, si sbagliano. Per quello che abbiamo visto in 20 stati durante L’Altra Campagna, non c’è modo di controllarci”.

L’Altra Campagna potrebbe essere un antidoto all’insurrezione violenta? – Non solo violenta, diffusa. – E allora?

-Non ci spaventa.

– Un’insurrezione pacifica? – Una sollevazione. – Se questa è l’opzione che prospetta L’Altra Campagna, qual è il suo futuro con lo scenario attuale? – È sempre stato vincere. L’Altra Campagna riuscirà ad unire queste resistenze e ribellione che obbligheranno tutte le organizzazioni politiche di sinistra ad unirsi, come è già è successo nella Karavana. Si creerà un movimento culturale, politico, scientifico ed umanista senza precedenti in questo paese, in basso e a sinistra
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