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“Mano pesante” o caccia alle streghe?

La realtà della violenza di Atenco contro le menzogne dei media e dei governi


di Quetzal Belmont
Otro Periodismo con l’Altra Campagna in San Salvador Atenco

7 maggio 2006

Città del Messico e San Salvador Atenco.- Intorno alle sei e mezza del mattino del 4 maggio scorso si sono viste le immagini televisive dell’operativo dispiegato dalla polizia statale e federale dentro il villaggio di San Salvador Atenco, località nello Stato di Messico, a soli 40 minuti dalla capitale del paese.

La finalità dell’operativo era recuperare gli 11 poliziotti trattenuti dagli abitanti di Atenco fin dal giorno precedente, durante i gravi scontri tra la polizia e gli abitanti di Atenco.


Foto: D.R. 2006 Amber Howard
Sembrerebbe che al governatore dello stato, Enrique Peña Nieto, non importino i costi socio-politici ed umani derivanti dall’applicazione della “mano pesante con gli abitanti di questo paese. Ma il riflesso degli operativi, o per meglio dire della “retata”, hanno dato come risultato più di 200 detenuti, gente picchiata, alcuni feriti, altri desaparecidos, la morte di Javier Cortés, di 14 anni. E’ ormai confermato che Cortés è stato ucciso da una pallottola, cioè dalla polizia, e non da un petardo come hanno ripetutamente comunicato i media: che il giovane era morto per l’esplosione nel petto di un petardo appartenente agli abitanti di Atenco, versione che già fin dall’inizio si sapeva falsa. Ed infine Alexis Benhumea, studente di Economia alla UNAM, di 20 anni, in coma a causa dell’esplosione di un lacrimogeno alla tempia sinistra.

Questo ci ricorda la caccia alle streghe: Ignacio del Valle, leader di Atenco, si trova ora in una prigione di massima sicurezza; sua figlia América del Valle, è colpita da un mandato di cattura. Giornalisti di media indipendenti sono stati arrestati, e reporter stranieri fermati si trovano in un’incerta situazione migratoria. Valentina Palma, documentarista Cilena, è stata espulsa nel paese nonostante un video dimostri che lei in quel momento stava lavorando ed avendo ottenuto un ricorso ed una sentenza del giudice che bloccava l’espulsione. Ancora una volta le leggi messicane sono lettera morta.

Questa stessa alba di giovedì, alle 4 del mattino, si sentivano i rintocchi delle campane ed i razzi nella località di Atenco, per allertare gli abitanti della comunità di un possibile attacco o “ operativo”. Un abitante di Atenco intervistato ha commentato che erano sfiniti dagli scontri del giorno precedente e quanto è successo questo giovedì è perché “li hanno colti nel sonno”.

Il fatto è che addormentati o no, c’è stato un evidente spiegamento di forze da parte del governo. La strategia della polizia + consistita nel circondare il villaggio di Atenco con 3000 elementi della Polizia Federale Preventiva (PFP) che poi hanno fatto largo alla polizia statale e dietro a questi i granatieri.

La notte precedente erano arrivate persone di diversi settori della popolazione – principalmente da posti vicini allo Stato di Messico – tra loro studenti, membri del sindacato de lavoratori e commercianti; la finalità di questi era fungere da osservatori affinché gli abitanti di Atenco non fossero nuovamente oggetto di violenza e repressione. Ma da osservatori sono passati a osservati, aggrediti e fatti oggetto di pesanti violenze.

È necessario fare una precisazione; in entrambe le parti (poliziotti ed abitanti di Atenco) ci sono feriti ed abbiamo visto immagini forti nelle quali si sono picchiati in maniera selvaggia. Ma un punto elementare, di grande trascendenza, è la disparità di forze tra loro, tanto in quantità di elementi, quanto negli strumenti di attacco o difesa (questione di percezione).

Dopo che la PFP ha fatto largo alle altre forze di polizia, questi si sono scontrati con gli abitanti di Atenco e con altre persone accorse sul posto, nello stesso momento in cui sono stati respinti con i gas al peperoncino che hanno creato un gran fumo che ostacolava ancora di più la visibilità della gente. Situazione favorevole per alcuni poiché questo fumo gli ha permesso di scappare a nascondersi dalla polizia, per altri è stato sfavorevole perché sono stati intossicati dal gas e sono stati catturati.

Dalla mattina fino al pomeriggio, gli agenti della polizia sono andati casa per casa, rompendo vetri, sfondando porte, arrestando altre persone.

Mentre avveniva tutto questo, in diverse parti della città si svolgevano manifestazioni nei viali principali e blocchi di importanti strade che collegano Città del Messico con altri stati della Repubblica Messicana.

La storia continua…

Il Fronte dei Popoli in Difesa della Terra (FPDT), organizzazione guidata da Ignacio del Valle, mandava un comunicato nel quale denunciava l’incremento delle forze di polizia e le perquisizioni nelle case della comunità, così come la presenza di persone gravemente ferite senza possibilità di assistenza medica.


Questo è il caso di Alexis Benhumea, che si trovava a San Salvador Atenco con il padre, Angel Benhumea, ed altri membri del Sindacato dei Lavoratori, come osservatori per impedire le violenze verificatesi il giorno prima.

Alexis Benhumea è studente della facoltà di Economia all’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM). Ha 20 anni ed appena ammesso ad una seconda facoltà: Matematica nella Facoltà di Scienze. Da otto anni studia danza classica e moderna.

Durante la rivolta, un lacrimogeno alla tempia sinistra gli ha procurato due fratture nel cranio, una di queste esposta. Dopo avere ricevuto il colpo, è stato portato in una casa privata che ha aperto le sue porte per proteggere la gente. Ventitre persone si sono rifugiate in quella casa di due stanze. A causa delle condizioni di Alexis, hanno deciso di lasciare una delle due stanze per lui, suo papà ed un medico che si trovava sul posto. Le altre 20 persone si sono sistemate nella stanza accanto. Il rigurgito di violenza per le strade di Atenco e la persecuzione poliziesca verso la gente, hanno impedito un pronto soccorso ad Alexis. Alla domanda del perché non è stato soccorso prima, hanno risposto che non c’era alternativa perché se fossero usciti a cercare aiuto, la polizia sarebbe entrata nella casa a catturare e picchiare gli altri, mettendo ancor più in pericolo Alexis che presentava un quadro clinico molto grave.

Nel frattempo la gente se ne stava nascosta e sentiva come picchiavano e trascinavano via le altre persone, si sentivano grida, vetri rotti, calci alle porte e lanci di lacrimogeni.

Nel pomeriggio la situazione si è “tranquillizzata”; camminando per le strade di Atenco si potevano vedere solo poliziotti, resti di copertoni bruciati, auto distrutte, e spazzatura. Oltre ad un odore strano, si respirava una calma carica di tensione.

Alle cinque del pomeriggio, gran parte degli elementi della polizia hanno cominciato a ritirarsi. Ne hanno quindi approfittato per uscire le persone nascoste nella casa. Per undici ore Alexis è rimasto nascosto senza ricevere le cure mediche necessarie, disteso sul pavimento e con una benda intorno alla testa per frenare l’emorragia. Più passavano le ore più si aggravavano le condizioni di Alexis: vomito, bassa pressione, pallore, tachicardia.

Era stata chiamata un’ambulanza per aiutare Alexis ma l’ambulanza si è rifiutata di trasportarlo, finalmente alle 5:30 del pomeriggio è stato caricato su un’auto pubblica e portato in un ospedale della zona, dove ora si trova in condizioni gravissime, in stato di coma, le probabilità di vita sono scarse.

Ángel Benhumea, padre di Alexis, appartiene al settore dei lavoratori, è delegato sindacale dell’Università Nazionale Autonoma del Messico ed è stato uno degli oratori lo scorso 2 maggio durante la visita del Delegato Zero alla UNAM.

In questo contesto, i dubbi continuano ad emergere, realmente è una casualità quanto successo in questi giorni? Veramente considerano la gente di Atenco un gruppo minoritario? È vero che l’Altra Campagna passa inosservata? E’ accertato che non c’è stata repressione da parte del governo statale e federale?

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