English | Español | Português | Italiano | Français | Deutsch | Nederlands | August 15, 2018 | Issue #41 | ||
Atenco, vittima della repressioneLa gente umile parla col cuoredi Isabelle Besnainou
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Foto: D.R. 2006 Ratón Maicero |
“Questo governo somiglia a quello di López Portillo o Echeverría. So di una famiglia che hanno portato in prigione e so che loro non avevano partecipato al movimento. Qui, in paese siamo uniti. Quando si avvicinano le elezioni, i partiti dividono il popolo. Ma poi torniamo ad essere uniti. Sono perfino sicura che tra la gente arrestata ci sono persone del PRI, del PAN e del PRD”
“Questo non è giusto!”, dice una signora. Dalla sua finestra ha visto trascinare via il suo vicino. Ha sentito i poliziotti che dicevano alle sue vicine: “Adesso vedrete cos’è un uomo!”. E poi, le urla.
“Non sono entrati in casa mia perché non sono riusciti…” – racconta un’altra signora – “hanno colpito la porta, ma non sono riusciti ad entrare. Li ho visti d una fessura della finestra che avevo coperta con un materasso e l’armadio per proteggerci. Erano molti; stavano dappertutto, sulle terrazze delle case. Lanciavano lacrimogeni. Sono saliti al secondo piano della casa di fronte e sono entrati dalla finestra. Hanno picchiato le donne” – in quello momento la signora è scoppiata in lacrime – “erano tutte donne per questo mi fa più male. Le hanno fatto molto male: Si sentivano le loro grida. Sentivo i poliziotti gridare e insultarle con parolacce che non voglio ripetere. Ho visto i poliziotti fuori che ballavano, mentre quelli che stavano dentro le trascinavano fuori dalla loro casa. Ci potrebbero essere ancora altri morti o feriti nelle case perché la gente ha paura. Preferiscono tenersi nascosti, anche se sono feriti per non farsi identificare dalle autorità e portare in prigione. Dopo quanto accaduto, ormai sappiamo che il governo è il nostro nemico e pagare le tasse vorrebbe dire pagare quelli che hanno violato i nostri diritti”.
Un signore ha raccontato che i poliziotti hanno lanciato lacrimogeni nel patio della scuola materna, mentre i bambini erano nelle aule. Molti di loro sono svenuti. Sono entrati anche in una casa di un anziano. Hanno rotto i vetri delle porte e si sono portati via tutti, uno di loro è diabetico.
Si è avvicinata alla comitiva una signora che si è detta molto preoccupata. Ha raccontato che suo cognato è sparito e che non c’è nella lista degli arrestati malgrado fosse stato identificato, al momento del suo arresto da parte dei poliziotti, in un filmato trasmesso dalle televisioni.
Una donna anziana e sua figlia hanno fatto entrare la comitiva in una stanza dove ancora c’erano resti della distruzione lasciati dalla polizia. Una porta di legno era stata selvaggiamente distrutta. Da tre giorni vivono in questo scenario di desolazione e lo sgombereranno quando la Commissione dei Diritti Umani verrà a documentarlo come prova di saccheggio e distruzione. Suo figlio e 15 studenti (uomini e donne) – ha detto – erano entrati per salvarsi dai poliziotti. Un ragazzo aveva il braccio ferito. Stavano medicandolo con acqua e pezze, perché perdeva molto sangue, quando hanno fatto irruzione i poliziotti buttando giù la porta. I ragazzi hanno tentato di scappare ma non ci sono riusciti. Le donne sono state fatte sistemare con la faccia al muro. “Che cosa vuoi vedere?”, hanno gridato all’anziana quando ha cercato di voltarsi avendo sentito delle forti grida. Si sono portati via tutti ed anche documenti, denaro, il machete della signora e quello di suo nipote che era un giocattolo.
“Io non ho partecipato in nessun modo ai fatti successi nel mio paese” – ha detto un vicino accompagnato da sua moglie – “Non posso partecipare per il mio lavoro, ma li ringrazio perché grazie a loro abbiamo ambulanze, scuole e pompieri e grazie a loro non abbiamo l’aeroporto che andava a beneficio solo della gente ricca e lasciava il popolo nella miseria. Rischiamo molto a parlare così, perché ora, nel nostro paese, nessuno si fida più di nessuno. Se ti vedono parlare con qualcuno possono pensare che stai dando dei nomi e tradisci il tuo popolo, o che se stai con il popolo qualcuno pagato dal governo ti può far arrestare”. Infatti, l’uomo improvvisamente si è precipitato dentro casa sua quando si è accorto che un uomo si era avvicinato ad ascoltare quello che stavamo dicendo. Una volta scoperto, questo è scappato a casa sua.
Atenco è un paese come molti dove la gente coltiva la terra, lavora duramente e si diverte alle feste tradizionali. Atenco è parte di un Messico profondo dove la gente è umile, nobile e generosa, col cuore in mano. Ora, il suo cuore è ferito. I suoi diritti elementari sono stati calpestati.
Con quale diritto i poliziotti sono entrati nelle case dei suoi abitanti? Con quale diritto hanno picchiato uomini, donne, giovani ed anziani? Con quale diritto hanno stuprato le donne? Con quale diritto hanno rubato dentro le case? Atenco non è un paese rivoltoso. È un paese che non abbassa la testa quando lo vogliono manipolare ed ingannare per espropriarlo delle sue terre.
Adesso, molte persone sono in carcere. Sono isolate, picchiate, vilipese e, alcune, violentate. Nel migliore dei casi l’unico modo di tornare in libertà è pagare con denaro che non hanno.
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