<i>"The Name of Our Country is América" - Simon Bolivar</i> The Narco News Bulletin<br><small>Reporting on the War on Drugs and Democracy from Latin America
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Narco News Issue #44

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I Comandanti Sandra e Moisés si stabiliscono nella regione Nord-Centro del Messico

Da Cañada Honda, Aguascalientes 10-04-2007


di Comandanti Sandra e Moisés
La Sexta Commissione dell’EZLN

20 aprile 2007

Parole della comandante Sandra

Buona notte compagni e compagne di Cañada Honda, Aguascalientes.

Col permesso degli uomini e donne dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale mi permetto di rivolgervi alcune parole.

Compagni e compagne di Cañada Honda e tutti i presenti, ricevete un saluto fraterno da parte di tutti i compagni e le compagne zapatisti.

Compagni e compagne, in un giorno come oggi il nostro generale Emiliano Zapata è stato tradito dal mal Governo. Sono passati 88 anni dalla sua sparizione fisica, ma i suoi ideali sono più vivi che mai. Coloro che governano il nostro paese sono gli eredi di quegli stessi assassini, continuano ad ammazzare e continuano a tradire il popolo povero del Messico.

Perché continuano ad esserci proprietari terrieri ed assassini e molta ingiustizia, ma oggi vogliamo dire loro che il popolo del Messico, come gli assassini hanno degli eredi, anche il nostro Generale Emiliano Zapata li ha. Siamo qui! Pronti a difendere i nostri ideali. Non ci potranno più tradire, siamo più organizzati, con l’Altra Campagna dimostriamo che ci stiamo organizzando sempre meglio per arrivare ad un Messico libero, un Messico dove il governo comandi ubbidendo ed il popolo sia libero di decidere il suo destino, abbia una vita migliore, non ci siano più dolori né lacrime per il popolo.

Compagni e Compagne di Aguascalientes e tutti i presenti, vogliamo dirvi che questo messaggio è il vostro messaggio: perché i nostri dolori sono gli stessi e la lotta è una sola.

Coraggio quindi compagni e compagne!

E vogliamo dire anche al Governo Federale ed al Governo del Chiapas che la smettano di perseguitare i villaggi zapatisti con i loro paramilitari perché non ci potranno mai sconfiggere.

Viva Messico!
Viva il Generale Emiliano Zapata!
Viva Cañada Honda!
Viva il Popolo che lotta per la sua libertà!
Viva l’Altra Campagna!
Libertà per i prigionieri e le prigioniere di San Salvador Atenco e Oaxaca!
Zapata Vive! La Lucha Sigue!

Grazie compagni e compagne [applausi]

Parole del Comandante Moisés

Buona notte a tutti: compagni e compagne, bambini e bambine, ragazzi e ragazze, anziani ed anziane che sono presenti qui con noi.

Noi, indigeni del Chiapas, siamo molto onorati di essere qui nella vostra terra. Grazie per permetterci di pronunciare queste parole davanti a voi.

Oggi, si ricorda l’88° anniversario della morte del nostro Generale Emiliano Zapata. Nelle montagne del sudest messicano stanno celebrandolo con una festa, ma compagni e compagne non è stato sempre così. Prima del 1994 non potevamo celebrare, non potevamo far festa, non potevamo ricordare, perché il governo ci perseguitava, perché il governo ci trattava da indigeni, cioè per loro valeva più un pollo di noi.

Dopo ci siamo organizzati ed ora noi indigeni e non indigeni del sudest messicano ed in molte parti della repubblica messicana, oggi possiamo celebrare con una festa e con il coraggio di voler arrivare a quanto il nostro Generale, possiamo dirlo, non ha potuto concludere.

Noi indigeni abbiamo una parola semplice, non studiamo, non siamo molto intelligenti (vorrei dire), però sappiamo organizzarci. Ci sappiamo organizzare e siamo qui per dirvi di non sentirvi soli perché siamo in molti, perché in molte parti del Messico ci sono ancora molti che continuano a trattarci così, come ci trattavano una volta – cioè pensando che un pollo vale più di noi. Trattano allo stesso modo anche i lavoratori: per i padroni dei pescatori vale più l’attrezzatura per la pesca che il lavoratore, tanto per fare un esempio.

Ma molti di più, operai o maestri, soffrono la stessa situazione, solo che forse non ce ne rendiamo conto o abbiamo paura della repressione. Ciò che si vede è che abbiamo paura nella repressione, perché è quello che fa il governo.

Ma sia come sia, compagni e compagne, questo breve messaggio continueremo ad approfondirlo, continueremo a raccoglierlo -come qualcuno diceva-, perché rispettiamo la nostra parola di andare nel territorio messicano dove i compagni hanno bisogno di accompagnamento: lì siamo.

Non per imporre, ma per raccogliere tutti insieme la lotta che faremo per il nostro paese, il Messico.

Compagni e compagne queste sono le mie brevi parole.

(traduzione del Comitato Chiapas di Torino)

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