<i>"The Name of Our Country is América" - Simon Bolivar</i> The Narco News Bulletin<br><small>Reporting on the War on Drugs and Democracy from Latin America
 English | Español | Português | Italiano | Français | Deutsch | Nederlands August 15, 2018 | Issue #41


Making Cable News
Obsolete Since 2010


Set Color: blackwhiteabout colors

Print This Page

Search

Narco News Issue #40

Narco News is supported by The Fund for Authentic Journalism


Follow Narco_News on Twitter

Sign up for free email alerts list: English

Lista de alertas gratis:
Español


Contact:

Publisher:
Al Giordano


Opening Statement, April 18, 2000
¡Bienvenidos en Español!
Bem Vindos em Português!

Editorial Policy and Disclosures

Narco News is supported by:
The Fund for Authentic Journalism

Site Design: Dan Feder

All contents, unless otherwise noted, © 2000-2011 Al Giordano

The trademarks "Narco News," "The Narco News Bulletin," "School of Authentic Journalism," "Narco News TV" and NNTV © 2000-2011 Al Giordano

XML RSS 1.0

Atenco, vittima della repressione

La gente umile parla col cuore


di Isabelle Besnainou
Otro Periodismo con l’Altra Campagna in San Salvador Atenco

11 maggio 2006

Sabato 6 maggio 2006, nel pomeriggio, aderenti e simpatizzanti dell’Altra Campagna – insieme a giornalisti dei media alternativi – sono andati per le strade di San Salvador Atenco, guidati dalla gente del posto, per documentare – con foto, audio e video – gli abusi e le aggressioni subite dagli abitanti quando migliaia di poliziotti hanno fatto irruzione il 3 e 4 maggio 2006.

Dapprima le strade erano deserte e poche persone uscivano di casa. Poi, quando hanno compreso che la comitiva non aveva intenzione di discreditarli, come fatto dalla stragrande maggioranza dei giornalisti, sono usciti sulle porte a manifestare la loro approvazione e ringraziamento.


Foto: D.R. 2006 Ratón Maicero
Una signora con un bimbo in braccio, ha raccontato che i poliziotti hanno fatto irruzione con violenza in casa sua, rompendo i mobili ed il televisore. Si sono portati via i telefoni ed i soldi che hanno trovato. Inoltre, hanno picchiato e portato via i suoi zii, nonostante uno di loro non avesse partecipato agli scontri e senza nessun mandato di cattura. Ha detto che i suoi zii sono brave persone che si preoccupavano per il loro paese; che il governo non li aiuta mai con niente e per questo devono organizzarsi per difendere i loro diritti. Ha aggiunto che i poliziotti non hanno cuore per aver fatto quello che hanno fatto, con bambini ed anziani presenti.

“Questo governo somiglia a quello di López Portillo o Echeverría. So di una famiglia che hanno portato in prigione e so che loro non avevano partecipato al movimento. Qui, in paese siamo uniti. Quando si avvicinano le elezioni, i partiti dividono il popolo. Ma poi torniamo ad essere uniti. Sono perfino sicura che tra la gente arrestata ci sono persone del PRI, del PAN e del PRD

“Questo non è giusto!”, dice una signora. Dalla sua finestra ha visto trascinare via il suo vicino. Ha sentito i poliziotti che dicevano alle sue vicine: “Adesso vedrete cos’è un uomo!”. E poi, le urla.

“Non sono entrati in casa mia perché non sono riusciti…” – racconta un’altra signora – “hanno colpito la porta, ma non sono riusciti ad entrare. Li ho visti d una fessura della finestra che avevo coperta con un materasso e l’armadio per proteggerci. Erano molti; stavano dappertutto, sulle terrazze delle case. Lanciavano lacrimogeni. Sono saliti al secondo piano della casa di fronte e sono entrati dalla finestra. Hanno picchiato le donne” – in quello momento la signora è scoppiata in lacrime – “erano tutte donne per questo mi fa più male. Le hanno fatto molto male: Si sentivano le loro grida. Sentivo i poliziotti gridare e insultarle con parolacce che non voglio ripetere. Ho visto i poliziotti fuori che ballavano, mentre quelli che stavano dentro le trascinavano fuori dalla loro casa. Ci potrebbero essere ancora altri morti o feriti nelle case perché la gente ha paura. Preferiscono tenersi nascosti, anche se sono feriti per non farsi identificare dalle autorità e portare in prigione. Dopo quanto accaduto, ormai sappiamo che il governo è il nostro nemico e pagare le tasse vorrebbe dire pagare quelli che hanno violato i nostri diritti”.

Un signore ha raccontato che i poliziotti hanno lanciato lacrimogeni nel patio della scuola materna, mentre i bambini erano nelle aule. Molti di loro sono svenuti. Sono entrati anche in una casa di un anziano. Hanno rotto i vetri delle porte e si sono portati via tutti, uno di loro è diabetico.

Si è avvicinata alla comitiva una signora che si è detta molto preoccupata. Ha raccontato che suo cognato è sparito e che non c’è nella lista degli arrestati malgrado fosse stato identificato, al momento del suo arresto da parte dei poliziotti, in un filmato trasmesso dalle televisioni.

Una donna anziana e sua figlia hanno fatto entrare la comitiva in una stanza dove ancora c’erano resti della distruzione lasciati dalla polizia. Una porta di legno era stata selvaggiamente distrutta. Da tre giorni vivono in questo scenario di desolazione e lo sgombereranno quando la Commissione dei Diritti Umani verrà a documentarlo come prova di saccheggio e distruzione. Suo figlio e 15 studenti (uomini e donne) – ha detto – erano entrati per salvarsi dai poliziotti. Un ragazzo aveva il braccio ferito. Stavano medicandolo con acqua e pezze, perché perdeva molto sangue, quando hanno fatto irruzione i poliziotti buttando giù la porta. I ragazzi hanno tentato di scappare ma non ci sono riusciti. Le donne sono state fatte sistemare con la faccia al muro. “Che cosa vuoi vedere?”, hanno gridato all’anziana quando ha cercato di voltarsi avendo sentito delle forti grida. Si sono portati via tutti ed anche documenti, denaro, il machete della signora e quello di suo nipote che era un giocattolo.

“Io non ho partecipato in nessun modo ai fatti successi nel mio paese” – ha detto un vicino accompagnato da sua moglie – “Non posso partecipare per il mio lavoro, ma li ringrazio perché grazie a loro abbiamo ambulanze, scuole e pompieri e grazie a loro non abbiamo l’aeroporto che andava a beneficio solo della gente ricca e lasciava il popolo nella miseria. Rischiamo molto a parlare così, perché ora, nel nostro paese, nessuno si fida più di nessuno. Se ti vedono parlare con qualcuno possono pensare che stai dando dei nomi e tradisci il tuo popolo, o che se stai con il popolo qualcuno pagato dal governo ti può far arrestare”. Infatti, l’uomo improvvisamente si è precipitato dentro casa sua quando si è accorto che un uomo si era avvicinato ad ascoltare quello che stavamo dicendo. Una volta scoperto, questo è scappato a casa sua.

Atenco è un paese come molti dove la gente coltiva la terra, lavora duramente e si diverte alle feste tradizionali. Atenco è parte di un Messico profondo dove la gente è umile, nobile e generosa, col cuore in mano. Ora, il suo cuore è ferito. I suoi diritti elementari sono stati calpestati.

Con quale diritto i poliziotti sono entrati nelle case dei suoi abitanti? Con quale diritto hanno picchiato uomini, donne, giovani ed anziani? Con quale diritto hanno stuprato le donne? Con quale diritto hanno rubato dentro le case? Atenco non è un paese rivoltoso. È un paese che non abbassa la testa quando lo vogliono manipolare ed ingannare per espropriarlo delle sue terre.

Adesso, molte persone sono in carcere. Sono isolate, picchiate, vilipese e, alcune, violentate. Nel migliore dei casi l’unico modo di tornare in libertà è pagare con denaro che non hanno.

Share |

Fai clik qui per altro ancora dell’Altro Giornalismo con l’Altra Campagna

Lea Ud. el Artículo en Español

Discussion of this article from The Narcosphere


For more Narco News, click here.

The Narco News Bulletin: Reporting on the Drug War and Democracy from Latin America